lunedì 24 maggio 2010

Tu Chiamale Se Vuoi, Collisioni

In auto, ieri sera.
Anna: "Ecco, lì gira a sinistra."
Julieta gira a sinistra, prendendo la curva un po' stretta.
Anna: "Se non invadi l'altra corsia è anche meglio..." O.O
Julieta: "Ma sì, non c'era nessuno!"
Enrico: "Ma come facevi a saperlo, che c'era l'angolo!"
Julieta: "Avrei visto i fari, dai..."
Anna: "Ma se era Battisti?"
Julieta: "Se era Battisti suonava."


Julieta (no, non dite niente)

Mood:Amused

sabato 22 maggio 2010

Hello, Loxias

U. guardò per qualche secondo la penna stilografica che teneva in mano, poi si voltò verso la porta. Si scostò i capelli dall'orecchio, e si girò di nuovo, stavolta a guardare il pezzo di carta di fronte a lei. Giocherellò con la stilografica dorata.
Quindi le scelte erano due: firmare, o uscire da quella porta.
Firmando, sarebbe andata incontro a una discreta dose di felicità, a delle probabili delusioni, a un piccolo carico di menzogne e un pizzico di autodistruzione.
Andandosene, come il risultato avrebbe ottenuto una discreta dose di felicità, delle probabili delusioni, un piccolo carico di menzogne e un pizzico di autodistruzione.
Buffo come in realtà le due alternative fossero diverse. Eppure, l'incapacità di decidere. L'indecisione condensata la osservava da dietro il tavolo, tamburellando con le dita e sorridendo mollemente.
Osservò di nuovo la penna, e fissò la porta. L'orologio ticchettava.

Eppure.

(to be continued)


Julieta

Mood: Thoughtful

sabato 15 maggio 2010

The Hill of Dugongs (ジュゴンの見える丘) - Cocco

Da un po' di tempo ho come l'impressione che si tenda sempre di più (nella musica, nello spettacolo, nella politica e in tanto altro) ad un piattume chiassoso, ad un asintoto di banalità, ad un falsamente colorato grigiume. A ben guardare, siamo circondati da plastica e variazioni su tema, da immagini graziose ma vuote, da oggetti ed esseri che tentano di emozionare proponendo o sterili ripetizioni di cose già viste e già sentite, o sgargianti e pomposi specchietti per allodole. Io non voglio sosia. Non voglio emozioni usa-e-getta. Voglio qualcosa che si possa definire "bello", che si possa ricordare, che abbia un'anima, che sappia stare in piedi da solo senza aver bisogno della scritta "applausi" che si illumina sullo sfondo.

Oggi vorrei inaugurare ciò che spero sarà una lunga serie di post dedicati a ciò che io ritengo "bello". Se qualcosa vi parrà banale o stupido, posso assicurarvi che a me non lo è sembrato. Probabilmente non riscontrerò le idee o i gusti di tutti. Pazienza. Forse è meglio così.





Questo "Bello" è qualcosa che mi ha fatto commuovere. E' una giovane cantante Okinawana che parla di dugonghi e di basi americane. Non è nulla di complesso o aulico. Ma sullo sfondo di uno degli eventi forse più controproducenti e inutili mai organizzati (Live Earth), a me la voce rotta di questa ragazza, proveniente da uno dei paesi più violentati della Storia degli ultimi 150 anni, è sembrata una delle cose più vere che abbia mai sentito.



Perchè questa è una cosa bella. E basta.


Julieta

Mood: Calm
Music: Peter (Finding Neverland Original Motion Picture Soundtrack) - Jan A. P. Kaczmarek

mercoledì 5 maggio 2010

Agorà

Ovvero Tanto rumore per nulla o Non me la dai? Divento cristiano

All'itagliano medio il complotto gli piace acciodo. "Il film non sarà distribuito in Italia perchè la Chiesa non lo vuole! Dagli al prete!". E via di petizioni e proteste. Piantiamola, su. Dai. Non lo si voleva far approdare nel Bel paese perchè nessun distributore aveva voglia di pagare fior di quattrini per un prodotto che oltre ad essere medriocre, non avrebbe attirato così tanto pubblico da giustificare la spesa.

Perchè Agorà è una creatura senza spina dorsale. Amenabar caccia lì un po' di tutto, dà una bella mischiata, e quello che esce è un film incompleto, che tocca la Storia (riadattata), l'Amore (accennato) e l'Odio (mal raccontato), senza prendere di petto nulla. Non esiste una Trama, l'unico elemento di raccordo sono i cristiani, i quali, quando non gli passa niente, prendono e vanno in giro a mazzuolare la gente (fra parentesi, sono le scene migliori del film, belle sul serio.)

E poi c'è lei. Non so. Da come mi era stato presentato il film, Ipazia mi dava l'idea di una tipa con le palle quadre, che so, una che andava a parlare in piazza, che aizzava la folla, che discuteva in senato e suscitava l'ira funesta dei pii cristiani, e qui c'è una maestrina (che per quanto sveglia, saggia e intelligente, rimane un'insegnante di matematica) che alla fine viene messa a morte perchè scomoda (insegnante di matematica = scomoda. Alejandro, cazzo, approfondisci un po'!) e le si mettono in bocca frasi come: "In che cosa credi?" "Io credo nella filosofia". (ma ci sono dialoghi più belli: Parabolano: "Chi sei?" Schiavo: "Davo lo schiavo" Parabolano: (ridacchia) Spettatore: "Ma perchè?"). Sinceramente, a me cascano un po' le balle. 2 ore di film, e per quanto Rachel Weisz sappia fare il suo lavoro, l'unica cosa che allo spettatore rimane in mente della filosofa è che ha scoperto che la Terra segue un'orbita ellittica intorno al Sole. Ok, fichissimo, ma 1. Tutto qui? 2. La cosa puzza un po' di falso storico. Ma come insegnano Il Gladiatore e Apocalypto, documentarsi fa schifo.

Nonostante la bella ricostruzione storica (seppur con i suoi difetti), la fotografia e l'ottimo uso della telecamera aerea, che riprende gli scontri dall'alto fino ad uscire dall'atmosfera e ad inquadrare il pianeta, e che comunica bene la dimensione che hanno le questioni umane rispetto all'universo, il film non decolla. Peccato.

Per saperne di più:

Agorà - Wikipedia
Agorà - Trailer (Eng)


Julieta

Mood: Nerdy